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Sei cose che non sapevi sulla cannabis light

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Il mondo della cannabis light legale è entrato nella nostra vita da pochi anni. Alla luce di ciò, ci sono ancora molte cose da approfondire in merito ad esso. Quando lo si nomina, è il caso di chiamare in causa alcuni aspetti che, molto spesso, sono sconosciuti a chi non ha molta confidenza con questo ambito. Nelle prossime righe, ne abbiamo elencati sei.

La cannabis light legale non è la cannabis terapeutica

Cannabis light e cannabis terapeutica sono due cose diverse. Nel primo caso, si parla di un ambito regolamentato dalla Legge 242/2016. Nel secondo, di una tipologia di cannabis a contenuto di THC più alto e regolamentato da un testo normativo risalente al 2006.

La cannabis light legale viene utilizzata anche per i cosmetici

Nel momento in cui si nomina la cannabis legale, tra le cose che spesso non si sanno c’è il fatto che questa pianta può essere utilizzata per realizzare cosmetici. Il CBD o cannabidiolo, principio attivo della cannabis light più famoso dopo il THC, ha infatti una forte efficacia antinfiammatoria. Questa proprietà può essere sfruttata per trattare in maniera naturale problematiche come l’acne.

La cannabis light legale non ha effetti stupefacenti

Il CBD o cannabidiolo di cui abbiamo parlato sopra non ha effetti stupefacenti, a differenza del THC. La Legge 242/2016 prevede il fatto che nella cannabis light sia presente una quantità di THC compresa tra lo 0,2 e lo 0,6%. Per quanto riguarda quest’ultima soglia, è bene fare presente che si tratta di una soglia di tolleranza introdotta dal legislatore, consapevole del fatto che non è certo semplice mantenere lo 0,2.

La filiera della cannabis light occupa decine di migliaia di persone

La filiera della cannabis light rispetto ad altre è relativamente giovane. Prima del 2016, infatti, il giro d’affari con il quale si ha a che fare oggi era inesistente o, proprio a esagerare, embrionale. Oggi come oggi, con un indotto di decine di milioni di euro all’anno, la filiera della cannabis light occupa circa 10.000 persone (stiamo parlando del caso dell’Italia).

Gli e-commerce di cannabis light sono tra quelli che sono cresciuti di più durante la quarantena

Durante la quarantena che ha coinvolto l’Italia tra marzo e maggio, è cambiato radicalmente il nostro approccio all’e-commerce. Tra i portali che sono stati interessati da una maggior crescita, rientrano i siti che si occupano della vendita di cannabis light.

E-commerce come Cbdmania.it – giusto per citare uno dei portali di maggior successo – hanno visto il loro fatturato impennare, in alcuni casi quintuplicare, da una settimana con l’altra.

La cannabis light può essere data anche agli animali

I nostri amici animali ci cambiano la vita. Compagni fedeli delle nostre giornate, ci impegnano tantissimo sia a livello economico, sia per quanto riguarda le preoccupazioni per la loro salute. Per questo, siamo sempre alla ricerca di soluzioni per farli stare meglio. In questo novero è possibile includere l’olio di CBD.

Caratterizzato da proprietà rilassanti importanti anche per gli uomini, può aiutare a favorire lo stesso stato anche nei nostri adoratissimi pets. Ovviamente per ottenere i risultati sperati bisogna ricorrere ai prodotti giusti. Tra questi, rientrano gli oli di CBD caratterizzati dal ricorso di un olio vettore tollerato dagli animali. Giusto per fare un esempio, citiamo i mix tra olio d’oliva e olio di pesce.

Per quel che concerne quest’ultimo caso, è opportuno fare presente che, in virtù della presenza di pesce, si ha la possibilità di garantire un maggior apporto di grassi sani antinfiammatori ai propri amici animali (questi nutrienti hanno vantaggi importanti per la salute del cuore).

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