La caldaia rappresenta uno degli impianti più importanti, ma anche delicati all’interno di un ambiente domestico. Può capitare di avere a che fare con degli inconvenienti legati a tale elettrodomestico, ma spesso e volentieri non si ha la minima idea di quando è necessario effettivamente cambiare la caldaia domestica.
La riparazione di una caldaia può comportare dei costi particolarmente elevati, in modo particolare nel bel mezzo della stagione invernale oppure anche quando si richiede un intervento di riparazione durante le giornate festive. Per evitare di dover mettere delle toppe quando ormai è troppo tardi, si consiglia sempre di effettuare in maniera regolare e costante la manutenzione della caldaia. Nel momento in cui, invece, è sufficiente sostituire un pezzo, si può sempre pensare di dare un’occhiata sul web: sul sito di SM Ricambi si possono trovare diversi pezzi di qualità per aggiustare la caldaia e permettere il ripristino di un corretto funzionamento.
Quando cambiare la caldaia: l’usura
Proviamo a dare uno sguardo a tutti quei segnali che possono far pensare a un malfunzionamento della caldaia: ci sono situazioni in cui è possibile riparare l’impianto e altre, invece, in cui si può solamente prendere in considerazione la sostituzione dell’intera caldaia.
Ciascun elettrodomestico, come si può facilmente intuire, presenta un proprio ciclo “vitale”, anche quando si è spesa una cifra importante per l’acquisto di un prodotto di qualità. Nel momento in cui la caldaia ha oltre un decennio alle spalle, allora è arrivato il momento giusto di pensare alla sua sostituzione. La tecnologia di cui è dotata potrebbe essere obsoleta, visto che a partire dal 2015 sono state lanciate sul mercato delle nuove caldaie a condensazione. Si deve intervenire anche nel momento in cui i consumi dal punto di vista energetico sono notevolmente elevati, molto di più rispetto al solito.
Tra i casi in cui serve intervenire cambiando tutta la caldaia, troviamo anche il fatto che spesso e volentieri è soggetta a dei malfunzionamenti, soprattutto per via dei suoi componenti, che ormai sono decisamente usurati e non riescono a garantire prestazioni di sufficiente livello. Spesso e volentieri, inoltre, nel momento in cui si compra una nuova caldaia, ecco che si può pensare di sfruttare delle detrazioni fiscali molto interessanti e vantaggiose.
Cosa fare se la caldaia produce un odore sgradevole
È molto difficile che da una caldaia che funziona in modo regolare si possano sentire degli odori sgradevoli. Invece, in caso contrario, l’unica cosa da fare nel momento in cui l’impianto emette tali olezzi, è quello di richiedere un intervento immediato di un tecnico specializzato. Infatti, la responsabilità potrebbe essere relativa a una problematica del processo di combustione e, nei casi più gravi, si potrebbe trattare anche di una perdita di monossido di carbonio.
Ci sono certamente anche altri aspetti che potrebbero far pensare a un malfunzionamento molto strano della caldaia. Ad esempio, potrebbe capitare di notare che la fiamma presenta una colorazione gialla e non blu, oppure nel momento in cui la fiamma pilota è intermittente, producendo un livello notevolmente maggiore di condensa.
Quando si parla di monossido di carbonio, si fa riferimento a un gas che non ha odore e che può comportare numerosi pericoli e rischi per la salute dell’uomo. Tra i vari sintomi che si deve essere in grado di riconoscere in caso di avvelenamento da monossido di carbonio, troviamo senza dubbio un respiro molto più corto del normale, nausea, mal di testa e perdita di coscienza. Nel caso in cui dovessero insorgere tali sintomi, ecco che si deve subito lasciare la propria abitazione, richiedendo anche l’intervento di un tecnico del gas per capire da dove derivi la perdita e chiamare anche il medico.