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Tipologie di mascherine: i dispositivi di protezione individuale

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È bene indossare le mascherine per proteggersi dal possibile contagio da Covid 19. Tutti gli esperti raccomandano in questo periodo di epidemia l’uso delle mascherine abbinato al rispetto delle fondamentali norme igienico sanitarie e alle forme più opportune di distanziamento sociale, per evitare il pericolo di contagio. In effetti abbiamo imparato a conoscere come l’infezione da coronavirus potrebbe rivelarsi in alcuni casi con forme molto gravi, che mettono in pericolo lo stato di salute. Inoltre l’infezione potrebbe trasmettersi anche a causa degli asintomatici. Ecco perché un servizio offerto da un e-commerce italiano di mascherine antivirus, come per esempio potrebbe essere Maskhaze, si rivela davvero fondamentale, offrendo l’opportunità di servirsi di dispositivi di protezione individuale che si rivelano efficaci come forme di prevenzione. Ma come orientarsi nell’acquisto, avendo a disposizione in commercio numerosi tipi di mascherine? Vediamo di saperne di più.

Le tipologie di mascherine in commercio

Esistono in commercio diversi tipi di mascherine. Per esempio ci sono quelle igieniche che vengono realizzate in tessuto e sono più adatte ad un uso non sanitario. Ci sono poi le mascherine chirurgiche e le mascherine DPI, che a loro volta si distinguono in FFP1, FFP2 e FFP3.

Puoi trovare in commercio anche le mascherine N95 e KN95, che per le loro caratteristiche sono del tutto simili alle mascherine FFP2. Inoltre trovi anche la possibilità di acquistare mascherine filtranti.

Esaminiamone insieme le caratteristiche, distinguendo i tipi di mascherine e vediamo quali sono quelle più adatte a garantire un livello di protezione totale, da indossare specialmente in un periodo come questo che stiamo affrontando caratterizzato dall’epidemia di coronavirus.

Le mascherine in tessuto

Le mascherine in tessuto vengono per lo più utilizzate per un uso igienico non sanitario. Molte aziende, proprio in un periodo in cui c’è grande richiesta di questi dispositivi, hanno riconvertito la loro catena di produzione, mettendo in commercio mascherine di questo genere.

Anche se non sono certificate, sono comunque importanti da indossare per respirare facilmente e allo stesso tempo per impedire che si propaghino delle goccioline che potrebbero essere contagiose. Le mascherine in tessuto sono lavabili e riutilizzabili e possono essere utilizzate per rispettare tutte le norme indicate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in termini di prevenzione.

Non possono essere considerate un dispositivo medico, ma aiutano comunque a combattere la diffusione del virus.

Le mascherine chirurgiche

Le mascherine chirurgiche sono tra quelle più diffuse e comunemente usate proprio in questo periodo di epidemia. In genere prima della pandemia venivano utilizzate specialmente dai medici per proteggere il paziente che aveva subito un intervento chirurgico da contatti con batteri e virus.

La loro principale caratteristica consiste nel fatto che riescono a filtrare molto bene l’aria che esce dal naso e dalla bocca. Infatti hanno una capacità di filtraggio verso l’esterno pari al 95%. Questo assicura che venga limitata in maniera molto intensa la diffusione delle goccioline di saliva che si possono diffondere nell’aria attraverso la tosse o gli starnuti.

In realtà bisogna dire che la loro capacità filtrante nei confronti dell’esterno è molto più elevata rispetto a quella in interno. Proprio per questo motivo, anche quando si utilizzano le mascherine chirurgiche, viene raccomandato sempre di seguire le regole della distanza sociale.

Le mascherine chirurgiche sono di tipo usa e getta, quindi quando diventano umide per l’aria respirata o comunque dopo circa quattro ore devono essere cambiate, in quanto sono monouso. Vanno poi smaltite in maniera corretta, rispettando le regole fondamentali per l’utilizzo delle mascherine e per il loro smaltimento.

Le mascherine FFP2 e FFP3

Ci sono poi delle mascherine chiamate DPI, quelle che in gergo si chiamano appunto dispositivi di protezione individuale. Si tratta delle mascherine FFP2 e FFP3. Questa sigla indica il nome completo che è filtranti facciali per la protezione individuale.

Soprattutto sono quelle indossate dal personale medico negli ospedali, perché assicurano una capacità di filtraggio dell’aria di molto maggiore rispetto agli altri tipi di mascherine, sia per quanto riguarda l’aria in ingresso che quella in uscita.

Esistono anche mascherine FFP1 e in genere il numero progressivo è associato alla capacità di filtraggio dell’aria. Infatti per esempio le FFP1 hanno una capacità filtrante limitata, in grado di fermare soltanto le particelle più grosse nell’aria.

Le mascherine FFP2 e quelle FFP3 riescono a filtrare anche le particelle minuscole, anche quelle che contengono il virus. Più che altro, in tempi di pandemia, viene raccomandato l’uso delle mascherine FFP2 ed FFP3 senza valvole, capaci di garantire la massima protezione sia per chi le indossa sia per gli altri.

Infatti bisogna riflettere anche sull’uso delle valvole, che facilitano sicuramente la respirazione, consentendo all’aria umida e calda di uscire. Tuttavia queste valvole espellono l’aria espirata, però non la filtrano. Ecco perché l’uso di queste mascherine non è consigliato se si hanno sintomi tipici da infezione da coronavirus o si sospetta di essere contagiosi. Sono realizzate per garantire una protezione per circa 6 ore. Dopo vanno smaltite correttamente.

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